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Venerdì 27 gennaio alle ore 18:30, inaugura presso il locale bar/ristorante Sette Vizi in via Mameli 164/F all’interno della MEM, Mediateca del Mediterraneo di Cagliari, la Mostra fotografica didattica “Laboratorio”, a cura di Stefano Grassi e Pamela Sau.
L’esposizione presenta una sintesi dei lavori di ricerca tematici realizzati dagli allievi della scuola Man Ray Photo School 2010/2011 del centro Culturale Man Ray.
La Man Ray Photo School, Scuola Sperimentale di Fotografia, è attiva da 18 anni nel campo della didattica. Ogni studente, sotto la supervisione del responsabile didattico, il fotografo Stefano Grassi e del corpo docente, propone un ciclo di immagini tra quelle prodotte durante l’anno. I temi sono scelti singolarmente dagli allievi all’inizio della Scuola e comprendono la fotografia di Ritratto, Paesaggio, Architettura, Reportage e Concettuale.
I Sette Vizi è aperto tutti i giorni, esclusa la domenica dalle ore 7:30 alle 2:00
Ogni settimana le stampe subiranno una variazione secondo il seguente calendario:
Dal 27 gennaio al 2 febbraio: Giulio Barrocu, Manuela Medda, Marco Pinna, Giulia Pusceddu, Giovanna Ungaro e Franco Ungaro.
Dal 3 al 9 febbraio: Manuela Battaglia, Carla Caocci, Carlo Murenu, Simone Salardi, Andrea Sensi.
Dal 10 al 16 febbraio: Francesca Acquas, Francesca Liori, Marilena Riello, Laura Sanna, Chiara Trudu.
Dal 17 al 23 febbraio: Veronica Frau, GB. Marini, Moreno Massa, Mattia Orlandini, Daniele Piras, Viktorija Putneva.
Si ringrazia la Sette Vizi srl per la gentile concessione dello spazio.
Da sinistra a destra: L'androgino (Chiara Trudu), L'androide (Veronica Frau), Il broker (Giulio Barrocu), L'emo (Carla Caocci), L'escort (Francesca Ungaro), il nerd (Andrea Gandini)
Laboratorio è il risultato della ricerca fotografica degli allievi della Man Ray Photoschool, prima scuola sperimentale di fotografia in Sardegna, al suo diciottesimo anno di attività, nata dal Centro Culturale Man Ray, che dal 1995 prende il nome e omaggia il grande artista e fotografo Man Ray (Emmanuel Rudnitzky 1890-1976) con rassegne di arte contemporanea, mostre e pubblicazioni.
La scuola prevede lezioni di teoria della luce e del colore, di storia dell’arte, della fotografia e del cinema, ma anche comunicazione visiva, informatica, tecniche di ripresa e strategia d’impresa. Inoltre, sono in programma escursioni e incontri con fotografi professionisti.
Il metodo didattico è interattivo: i docenti scendono dalla cattedra e dialogano con gli allievi, il tutto arricchito da dinamici stacchi musicali. Il singolo è sollecitato e stimolato all’interazione e al confronto con il resto della classe, in uno scambio reciproco di pareri e considerazioni. Nella scuola c’è un costante lavoro di “psicologia di gruppo” ma, nello stesso tempo, si tende a valorizzare la soggettività degli studenti attraverso un contatto costante e personale via web che prescinde dal monte ore di lezione.
Ogni allievo in base alle sue inclinazioni e attitudini, all’inizio del corso e con l’aiuto dell’insegnante, il fotografo Stefano Grassi, deve scegliere una tematica su cui basare la propria concentrazione per potere analizzarne al meglio le singole prospettive e sviscerarne le problematiche che nel corso dell’analisi si andranno ad incontrare, attraverso un esercizio didattico e propedeutico all’ottenimento di un senso critico indispensabile per la ricerca di un proprio stile.
Le tematiche in mostra, sono il risultato di questo processo costruttivo e interpretativo e comprendono diversi settori del mondo della fotografia: il ritratto ambientato, la fotografia di paesaggio e di architettura, il reportage sociale e la fotografia concettuale.
Pamela Sau
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Foto di Andrea Sensi
La fotografia è un potente strumento di ricerca, un mezzo che il fotografo utilizza per indagare e soffermarsi, anche, su particolari non sempre manifesti direttamente all’occhio umano. Giulia Pusceddu nella serie “Double” esprime metaforicamente l’atteggiamento del doppio femminile. L’io diviso in due, è accentuato dagli sguardi e dalle pose della modella in movimento. La fotografa, isola il soggetto e visivamente lo moltiplica, facendosi interprete di una condizione esistenziale che coinvolge la donna accompagnata continuamente dall’immagine che ha di se stessa.
Giulio Barroccu in “Twins Mirror” gioca con le somiglianze delle sue modelle gemelle che in maniera naturale si confrontano, facendole posare in posizioni speculari, crea geometrie squisitamente armoniose. Uno studio attento in cui il fotografo riesce a trasmettere la complicità delle sorelle lasciando una certa ambiguità nello spettatore, posto di fronte all’incertezza di un unico soggetto di fronte allo specchio.
Manuela Medda nei suoi “Paesaggi anatomici” è attratta dall'anatomia femminile. Isola le singole forme dal resto del corpo, le ritrae in scala gigante, andando oltre la dimensione reale dell’oggetto fotografato, ottenendo, in questo modo, delle composizioni monumentali, dove si perde l’unità del corpo ormai tramutato in pura forma. La fotografia attua, così, una riflessione sui meccanismi stessi della rappresentazione del corpo.
Marco Pinna ci conduce nei luoghi più intimi della casa: la camera da letto.
Il fotografo documenta un atto privato, cattura gli “stati d’animo” della donna nella propria stanza. Il letto diventa il protagonista assoluto della composizione, luogo quotidiano e riservato in cui ci si emoziona, si medita e si affrontano decisioni che scandiscono i giorni della nostra vita.
Ironica e provocante la donna di Giovanna Ungaro che per “Madness” sperimenta il ritratto glamour. Il linguaggio nella fotografia di moda è reso più esplicito e il messaggio della pazzia, può essere inteso come strumento per affrontare serenamente la vita e per evadere dalla società frenetica che ci travolge. Documentaristico e di reportage è il lavoro di Franco Ungaro che osserva e conserva, dettagli, di particolari istanti di lavoro artigiano. I maestri del ferro, lavorano con una sapienza antica tramandata di generazione in generazione e il fotografo contribuisce così, a preservare la memoria della tradizione degli “antichi mestieri” in Sardegna.
Pamela Sau
La fotografia di paesaggio in Sardegna raggiunge degli esiti particolarmente positivi, merito della luce e dei colori della natura e dei suoi spettacolari panorami mediterranei, ma anche, dei suoi paesi e delle città dove si conservano scorci e prospettive uniche che l’occhio attento del fotografo riesce a catturare, andando al di là dell’intento descrittivo e illustrativo. Carla Caocci si concentra sulle “nuvole” riflesse nel paesaggio d’acqua. Le forme eccentriche che le candide masse assumono nel cielo si moltiplicano all’infinito, alcune, interrompendo la monotonia del blu, si specchiano sulla superficie liquida con dei campi lunghissimi dai forti contrasti. Anche Carlo Murenu, nella serie “Density landscape” privilegia l’acqua e il cielo. Sono scatti eseguiti, con paziente attesa, alle prime luci del mattino con esposizioni lunghe dove gli elementi naturali sembrano fondersi gli uni con gli altri. Simone Salardi sfrutta la ricchezza cromatica degli scenari di campagna e la separazione tonale in fotografia nei paesaggi intitolati “Interferenza cromatica”, creando un’atmosfera surreale, dal forte senso poetico, affascinante e straniante al tempo stesso. Il taglio compositivo delle immagini è improntato a suggestivi rimandi tra luci e ombre, terra e cielo, e concorre a suggerire la grandiosità del paesaggio ripreso e il silenzio della natura quasi incontaminata. Andrea Sensi omaggia la città di Cagliari, con delle insolite prospettive, monumentalizzando e contrastando le architetture con la tecnica dell’HDR in bianco e nero e dando così una nuova visione personalissima della città. Panorami creati dalla ricerca di nuove frontiere geografiche, concettuali e tecniche, perfettamente al passo con i tempi dell’evoluzione fotografica digitale. Manuela Battaglia esplora i vicoli del “centro storico” di Cagliari, soprattutto di notte, quando la città si svuota della presenza umana, cogliendo nelle inquadrature gli scorci più inconsueti. L’attualità e la memoria convivono all’interno di queste immagini e la fotografia si configura come una maniera per guardare e raffigurare i luoghi del nostro tempo, senza catalogarli, ma per scoprire e costruire immagini che siano nuove possibilità di percezione.
Pamela Sau
Pamela Sau